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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

mercoledì 11 marzo 2015

Vinte le prime battaglie, ne restano ben altre

"Né di Venere né di Marte - si potrebbe modificare un vecchio proverbio popolare - non si sposa, non si parte, ma si può vincere a carte".
E a carte, ieri martedi 10 del pur combattivo dio greco Marte, hanno vinto addirittura in due. Matteo Renzi che ha vinto la partita per le riforme istituzionali, alla Camera, con il "settebello" della sua maggioranza, gli "ori" dei 357 sì a favore e, in verità, anche con quella "scopa" minacciata di far cadere il Governo, mandare tutti a casa e chissà chi sarebbe poi tornato. E anche Silvio Berlusconi che ha vinto, addirittura, ben due partite: quella alla Camera, dove è riuscito a regalare al "premier" Renzi solo il punto del multiforme Gianfranco Rotondi, e quello in Cassazione, dove i giudici, dopo nove ore di "smazzi", lo hanno mandato assolto nel cosidetto "Processo Ruby". Tutto a posto, allora, per Matteo Renzi e per Silvio Berlusconi? Proprio no. Perché, sui loro tavoli, sono già pronti minacciosi altri mazzi di carte per altre partite per niente facili. Renzi quella con una minoranza interna al suo partito che continua a chiedere modifiche alla legge elettorale di prossima votazione, pena il non voto, e Matteo che non intende fare alcuna marcia indietro. Berlusconi, ancora peggio, addirittura tre: quella solita con il suo irriducibile contestatore Raffaele Fitto, quella nuova con i 17 (tra cui, perfino, la tradizionale fedelissima pitonessa Daniela Santanché) che chiedono, senza giri di parole, una "Forza Italia" delle origini, indipendente, senza condizionamenti di alcuno (e - come sembra - anche la defenestrazione da capogruppo del troppo fondamentalista Renato Brunetta) e l'ennesima, sul piano giudiziario, perchè i magistrati di Milano hanno improvvisamente accelerato l'iter del  cosiddetto "Processo Ruby" per cercare di ributtarlo di nuovo  fuori - come si dicono convinti i suoi - dalla sala dei giochi politici. Per il bene della democrazia, comunque, che nelle battaglie che dovranno affrontare sia Renzi che Berlusconi vinca, alla fine, il migliore.
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