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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

sabato 14 marzo 2015

Salvini e la Decina

"Amine Aassoul, il marocchino ancora senza il permesso di soggiorno e che ieri, ubriaco e drogato, ha ucciso un giovane a Terni - ha tuonato il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano - deve pagare fino in fondo per l'ignobile omicidio, non deve uscire più dal carcere". "Ma quale galera in Italia? - ha replicato il "leader" della "Lega nord", Matteo Salvini - mi auguro l'espulsione inmmediata a calci nel sedere  nel suo Marocco dove potrà davvero marcire in una galera adatta ad un verme come lui".
A questo punto è però intervenuta, sul "caso", il capo della segreteria del sindaco di Roma, Silvia Decina. "Ma a questo schifoso - ha "twittato - non lo arresta nessuno?" Ove lo schifoso non sarebbe stato l'assassino ubriaco e drogato Amine Aassoul, ma il "leader" della "Lega Nord", Matteo Salvini. Il quale, per carità, è un rozzo e un intollerante, ma non per questo meritevole di galera come un assassino ubriaco e drogato. E il quale starà pure antipaticissimo alla signora Silvia Decina - come a tanti altri - ma non per questo da legittimare un trattamento da metaforico "asassassino virtuale". Ubriachi o drogati, magari, da grave abuso di "twitter".
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