"Il 26 ottobre scorso - come molti ricorderanno - si è celebrata l' 87.ma edizione della "Giornata mondiale del risparmio" con molti esponenti del mondo dei professori, dei finanzieri e dei politici a lodare e ad incentivare il "comportamento formichino" degli italiani".
Bene. A nemmeno due mesi di distanza, il mondo dei professori chiamati a salvare l'economia italiana - con una sorta di interscambio con il mondo dei finanzieri e con il consenso del mondo dei politici -- ha creduto giusto ed opportuno estendere l'imposta annua di 34 euro e 20 centesimi anche ai libretti di risparmio bancari e postali da 5001 euro in su. Quei libretti che - com'è noto - sono da sempre il rifugio di quel poco che gli italiani con i redditi più bassi sono riusciti e riescono, con grandi sacrifici e rinunce, a tenersi come riserva per il presente e per il futuro. Una misura tutt'altro da applaudire, perciò, soprattutto in considerazione che ben più cospicue e ricche risorse sarebbe stato possibile reperire subito e davvero - e non per finta e chissà quando - là dove i depositi sono certamente d'oro. Come i politici, insomma, anche i professori stanno dimostrando di voler procedere lungo le strade più facili. Ma, allora, la speranza è che, con il prossimo decreto, non decidano, fra l'altro, di estendere l'imposta annua di 34 euro e 20 centesimi anche ai salvadanai di coccio dei bambini con più di quindici euro dentro.
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