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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

lunedì 12 dicembre 2011

Tagli ai parlamentari: adelante, Pedro, con juicio

"La maggior parte dei parlamentari italiani - continuano a pubblicare i giornali - sta giocando tutte le carte per evitare o, perlomeno, allontanare il più possibile nel tempo la giusta decurtazione delle loro scandalose retribuzioni".


Scandalose retribuzioni? Sì perché loro, i parlamentari italiani, mentre intascano compensi netti annui di 149.268 euro, quelli tedeschi ne guadagnano 84.108, quelli inglesi 81.600, quelli francesi 62.779, quelli spagnoli 35.051, quelli polacchi nemmeno 7.500. Proprio per questo, già a suo tempo, l'ex ministro Renato Brunetta aveva istituito una Commissione con il compito di indicare come si sarebbe dovuto operare per adeguare le retribuzioni dei parlamentari italiani alla retribuzione media degli altri parlamentari europei. Quella Commissione, però, ha proceduto, fino ad oggi, a passo di lumaca e, da quello che sembra, sarà in qualche modo indotta a non cambiare marcia per il futuro. Cosicché i sacrifici degli italiani scatteranno subito - e alcuni, come l'aumento del prezzo della benzina, sono già scattati - e, però, quelli dei loro parlamentari scatteranno - se e quando scatteranno - con tutto comodo. Alla faccia, oltretutto, dell'articolo 53 della Costituzione che recita significativamente: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività". A meno che - come qualcuno maligna - i parlamentari italiani ritengano di non doversi annoverare tra i semplici "tutti" indicati dalla Costituzione. Ma ritengano di appartenere - Costituzione o non Costituzione - ad una casta, appunto, di intoccabili o, tutt'al più, di appena appena sfiorabili. Con il conforto, oltretutto, dei tempi biblici e delle delicate prudenti maniere di monsignor Della Casa.


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1 commento:

sim-1 ha detto...

per non parlare di tutte le agevolazioni di cui usufruiscono, loro e tutti i loro familiari (comprese spese mediche, estetiche, ecc)