"Sull' "Imu" prima casa - ha deciso, com'è noto, il Governo - sarà possibile detrarre l'importo di 50 euro per ogni figlio convivente (fino ad otto) di età inferiore ai 26 anni".
Pierferdinando Casini ha subito benedetto la decisione come un successo della sua politica fondata sul "quoziente familiare". Peccato, tuttavia, che il suo "quoziente di attenzione" non gli abbia subito segnalato il resto della decisione del Governo. E, cioè, la possibilità di detrarre i 50 euro per ogni figlio convivente "indipendentemente dal reddito di questi". Peccato, dunque, che il suo "quoziente di deduzione logica" non abbia subito potuto fargli dedurre questa incredibile assurdità: possibilità di dedurre i 50 euro per un figlio minore di 26 anni anche se questo figlio dovesse guadagnare - per dire - 100 mila euro al mese e, d'altra parte, impossibilità di dedurre i 50 euro per un figlio maggiore di 26 anni che fosse invece disoccupato. Esemplificando: se il figlio dell'on "x" o dell'imprenditore "y" al di sotto dei 26 anni fosse stato "piazzato" in un ente "z" con un forte reddito, l'on "x" o l'imprenditore "y", avendolo ancora in famiglia, potrebbero dedurre dall'"Imu" prima casa, per lui, 50 euro. Se il figlio del disoccupato "x" o dell'operaio "y" avessero ancora in famiglia un figlio al di sopra dei 26 anni senza lavoro, non potrebbero invece detrarre, per lui, neppure un centesimo. Alla faccia del "quoziente familiare" di Pierferdinando Casini e ai principi di equità tanto sbandierati dal Governo Monti.
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1 commento:
forse non è stata disattenzione la sua, anzi...
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