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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

martedì 22 settembre 2015

Quei dissidenti in pizzeria

"I dissidenti? - continua a dirsi sicuro Matteo Renzi - saranno, alla fine, massimo cinque. Ho qui, sul tavolo, l'accordo con la minoranza".
Se sarà così, evidentemente, per i circa trenta dissidenti in origine, non sarà stato sufficiente - come da ironico invito del Ministro Maria Elena Boschi - ritrovarsi in pizzeria per mettersi d'accordo. Se sarà così, infatti, c'è da ritenere, ad esempio, che Pierluigi Bersani abbia ordinato una "pizza alla mortadella", Pippo Civati una "pizza alla carbonara", Stefano Fassina una "pizza capricciosa", Guglielmo Epifani una "pizza alle quattro stagioni", Gianni Cuperlo una "pizza ai quattro formaggi", Alfredo D'Attorre una "pizza salame e peperoncino", Roberto Speranza una "pizza mare e monti", Rosy Bindi una "pizza francescana", Michele Gotor una "pizza alla diavola". Unicità di scelte: qualche bicchiere di birra. Ad annebbiare di più le idee.
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