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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

sabato 13 dicembre 2014

Anticorruzione, perché non il decreto?

"Per combattere la corruzione - si è giustamente compiaciuto il "premier" Renzi - il Consiglio dei Ministri ha varato norme più severe e più robuste".
E' vero: per i colpevoli, infatti, il minimo della pena passerà da quattro a sei anni e il massimo da otto a dieci, anche chi patteggerà non eviterà il carcere, i tempi di prescrizione si allungheranno di due anni dopo la sentenza di primo grado e di un anno dopo quella di secondo grado, i condannati dovranno restituire il maltolto fino all'ultimo centesimo. Peccato, però, che queste norme più severe e più robuste non siano state inserite in un decreto legge, che avrebbe avuto effetto a brevissimo tempo, ma siano finite in un disegno di legge che, dovendo passare attraverso le Camere, chissà quando ne uscirà approvato. Sarebbe interessante conoscere il perché di questa mossa. Qualcuno sostiene per stemperare l'attrito con gli alleati di "Nuovo Centro Destra", fieramente contrari all'allungamento dei tempi di prescrizione. Ma, se così davvero fosse, dove sarebbe finito il decisionista carro-armato Matteo Renzi? E, se così non fosse, allora che? Corruttori e corrotti, comunque, ringraziano sentitamente.
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