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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

lunedì 15 dicembre 2014

"Dacce 'na mano a faje dì de sì"

"Dacce 'na mano - un'altraa frase intercettata in una telefonata del "boss" Salvatore Buzzi al vicesindaco di Roma, Nieri - perché stamo veramente messi male co' la Cutini".
La Cutini era, allora, l'assessore al Sociale e aveva cominciato a mettere i bastoni tra le ruote della macchina illegale che continuava a marciare nei corridoi e nelle stanze del Campidoglio, ma non solo. Era allora perché, oggi, non lo è più. "Ho aspettato l'incontro con il sindaco Marino per verificare se ci fossero le condizioni per rimanere al mio posto - ha dichiarato - ma non le ho ravvisate. A "Mafia Capitale" occorre rispondere con uno scatto di orgoglio, ma mi sembra che la strada scelta non sia quella giusta". E, così, ha sbattuto la porta e si è coerentemente dimessa. Con un sospiro di sollievo di molti - sembra - in Campidoglio e fuori. E con il sindaco Marino pronto alla sua immediata sostituziome. A coprire il Sociale, infatti, è stata già chiamata quella Francesca Danese la quale, oltre ad essere presidente dei Centri di servizio per il volontariato nel Lazio, è una nipote di Giulio Andreotti. Quello del "pensare male si fa peccato, ma alle volte ci si azzecca". Non ci hanno "azzeccato" sicuramente, invece, quanti hanno collaborato a redigere il bilancio capitolino perché i revisori del Comune vi hanno trovato alcune incongruenze tanto nella rappresentazione dello stato patrimoniale quanto del conto economico. Tutto da rifare, dunque, pover'uomo. Povero sindaco Marino sempre più confuso e incapace di gestire un Comune, certamente non facile, come quello di Roma. Tanto che lo stesso suo partito che lo aveva fatto eleggere, il Pd, andava da tempo cercando il momento più opportuno per disfarsene. Tranne poi, ora, il sostenerlo invece a spada tratta. A nuova testimonianza di quello che è,  oggi, la politica.
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