"Apriremo le porte dei palazzi - aveva proclamato Luigi De Magistris per convincere i napoletani ad eleggerlo sindaco - per fare uscire il puzzo del compromesso morale e fare entrare il fresco profumo di libertà".
I napoletani, stranamente, gli hanno creduto e lo hanno eletto sindaco. Ora però, ad un anno di distanza, la città puzza più di prima e nessuno ha ancora avvertito un minimo fresco profumo. Sarà, forse, per le immondizie. Quelle immondizie che "Gigino 'o sindaco" aveva promesso di eliminare in cinque giorni dalle strade (e invece stanno ancora lì) e di portare con la raccolta differenziata al 70% (e invece ancora ferma al 18%). Senza contare che, dal dicembre scorso, le immondizie napoletane vengono caricate una o due volte al mese, con costi spaventosi, su navi pattumiere fiamminghe per essere smaltite in Olanda e qui trasformate in energia. E allora, però, puzza di immondizie, sì, ma, ancora e sempre, anche di qualcuno di quei compromessi non da poco che "Gigino 'o sindaco" aveva promesso di buttare fuori a calci dalle porte dei palazzi (compreso, naturalmente, il palazzo comunale). E fresco profumo, sì, ma di euro per quelle aziende olandesi che l'insieme delle varie puzze napoletane allegramente vanno trasformando in lingotti d'oro.
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