"L'attuale Ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera - secondo l'ipotesi accusatoria dei pubblici ministeri della Procura di Biella - avrebbe sottoscritto nel 2006 una dichiarazione fiscale, in quanto rappresentante firmatario, che sarebbe stata condizionata da una complessa operazione finalizzata a far ottenere benefici di tassazione sui conti della Banca Intesa della quale era, ancora, amministratore delegato".
Bene, Anzi, male. Intanto perché ai magistrati di Biella sono occorsi ben sei anni per arrivare alla loro ipotesi accusatoria. Poi perché al Ministro Passera, ora che è al Governo in un dicastero come quello per lo Sviluppo economico, questa ipotesi accusatoria - ancorché ipotesi - viene a pesare in modo particolare. Perché - si sa - la gente non è che sappia o che voglia distinguere tra un'ipotesi accusatoria e un'accusa definitiva, tra un'iscrizione nel registro degli indagati e un rinvio a giudizio. La gente - si sa - le sentenze è solita emetterle subito. Specialmente in casi nei quali si sente raccontare che, mentre lei viene chiamata a pagare sempre più per i servizi e per le tasse, proprio un Ministro per lo Sviluppo economico (quello sviluppo economico che dovrebbe alimentarsi soprattutto con le entrate fiscali) potrebbe avere perlomeno avallato con la sua firma, a suo tempo, una indebita sottrazione alle casse dello Stato. E, allora, che cosa dirà o farà, dopo questa iscrizione nel registro degli indagati, il Ministro Corrado Passera? Fare, poiché il nostro diritto si basa giustamente sulla presunzione di innocenza, potrebbe anche non fare niente. Ma dire, dire qualcosa, forse sarebbe opportuno. Anche per lui.
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