"Lunedi scorso - ha scritto giustamente indignato un utente di "Trenitalia" - sono stato lasciato a piedi, per la terza volta in sette giorni, al "terminal" di Fiumicino... Le due volte precedenti la motivazione della soppressione del treno, fornita tre minuti prima rispetto all'orario di partenza, era stata un improvviso guasto. Questa volta non si è neppure fornita alcuna motivazione in quanto sono state comunicate soltanto le solite burocratiche e fredde scuse per l'inconveniente... A questo punto viene da chiedersi: ma non è che la sistematica cancellazione di tanti treni per e da Fiumicino (che, tra l'altro, non dà certo una immagine positiva ai tanti turisti stranieri) possa essere il frutto di una strategia aziendale per abbattere i costi di esercizio? E allora, se l'orario dei treni che viene pubblicato si sa che non verrà rispettato, non potrebbe configurarsi, addirittura, un reato di truffa?"
Più che giusta indignazione e irritazione. L'utente indignato ed irritato, però, dovrebbe considerare che l'amministratore delegato di "Trenitalia", l'ingegner Mauro Moretti, percepisce ogni anno - poveraccio - soltanto 871 mila euro. E, dunque, più di tanto, per quel misero compenso, non può applicarsi e preoccuparsi. Gli si diano, almeno, altri 200 mila euro annui cosicché potrebbe occuparsi un po' più di quanto non va nella sua azienda sempre maggiormente scassata. E, nel caso specifico del treno per e da Fiumicino, potrebbe impegnarsi per far partire, invece che un treno su tre, un treno su due.
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1 commento:
Non bisognerebbe dargli 871 mila euro, ma 871 calci nel sedere!
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