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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

sabato 17 gennaio 2015

Il "vengo anch'io" di Francesco Storace

"Il "leader"  de "La Destra" e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Francesco Storace - come ha fatto lui stesso sapere - ha chiesto di essere uno dei tre rappresentanti i quali dovranno esprimersi, per la Pisana, nell'elezione del nuovo Capo dello Stato".
Francesco Storace - come molti ricorderanno - è stato il primo politico condannato (sei mesi, ma con sospensione della pena) per vilipendio al Capo dello Stato. Su quali elementi, ora, questa sua richiesta di essere tra coloro i quali saranno chiamati ad eleggere il successore del suo oltraggiato Giorgio Napolitano? Due le ipotesi. La prima: darsi da fare, pur nella sua identità di atomo, perché venga scelto un nuovo Presidente il quale non debba "avere bisogno" dei suoi insulti. La seconda: insultare il nuovo Presidente appena eletto così non ci  si pensa più. Francesco Storace, in effetti, è un tipo dal quale ci si deve aspettare di tutto. Anche se, di fronte al suo "vengo anch'io", sarebbe opportuno che la Regione Lazio gli rispondesse "no, tu no".
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