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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

mercoledì 18 febbraio 2015

L'imbroglio delle divise "made in China"

"La ditta vincitrice di una gara per la realizzazione di 130 mila uniformi da combattimento, 150 mila camicie bianche e azzurre da divisa e 126 mila berretti - che, da bando, avrebbe dovuto operare esclusivamente in Europa - se n'è invece tranquillamente infischiata e la commessa è stata "passata" all'imprenditore Zuo Xing-yan con stabilimento a Shangai".
Ma non avrebbe dovuto esserci, al momento della consegna, una verifica? Certo. C'è stata. E proprio con questa verifica è stato possibile scoprire che, sotto l'etichetta "Made in CE", vi era l'etichetta "Made in China". Imbroglio che - secondo le prime indagini - si sarebbe perfezionato in Olanda. La merce sarebbe partita da Shangai, avrebbe fatto scalo a Rotterdam, qui sarebbe avvenuta l' "operazione etichette", quindi sarebbe ripartita per l'Italia. Facendo affidamento, evidentemente, in un mancato controllo che è andato, invece, a monte. Bloccato il pagamento della merce - ben dodici milioni di euro - l'imbroglio italo-cinese-olandese è ora nei fascicoli della Magistratura la quale ha già perfezionato dodici richieste di rinvio a giudizio. E la merce è stata sequestrata come corpo di reato o in quanto possibilmente nociva alla salute poiché proveniente da un Paese - come noto - produttore senza alcuno scrupolo? No, questo no. La merce è stata consegnata, in quattro e quattr'otto, alle varie Armi. Sarebbe interessante, allora, conoscerne il motivo. Anche nel caso in cui, in manacanza di quelle uniformi e di quelle divise, i militari sarebbero rimasti nudi.
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