"Questa storia che i membri della Giunta per le autorizzazioni a procedere abbiano avuto notizia di nuove carte inviate dalla Procura di Milano sul "caso Rudy" solo dopo che ne avessero avuto notizia le agenzie di stampa - ha polemizzato il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, con il deputato Maurizio Paniz - sarà domani su tutti i giornali. Ma io me ne frego".
Bene. Anzi, male. Perché Gianfranco Fini, a forza di fare veloci e clamorosi passi indietro sul suo movimentato percorso politico, è dunque tornato, addirittura, al "me ne frego". Al tristemente celebre "me ne frego" di mussoliniana memoria. Ma a questo punto, allora, l'augurio sincero è di non sentirgli perfino proclamare, uno di questi giorni, "Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi". Mica per niente: perché, visto come sta indietreggiando anche nei sondaggi elettorali, magari lo stesso Italo Bocchino si sentirebbe ubbidientemente comandato , già ora, a puntargli una pistola alla tempia.
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