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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

giovedì 27 gennaio 2011

Scandalosa Ashton

"Quando la baronessa inglese Catherin Ashton si è presentata, nella sua qualità di Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri, all'incontro con il capo dei negoziatori nucleari iraniani - ha diffuso la notizia il sito internet "Asriran.com" - ci sono stati momenti di smarrimento e di imbarazzo per il suo golfino nero indossato a mostrare uno spazio di "sottocollo" troppo generoso per i "guardiani dell'islamica moralità"".
Che cosa è successo, dunque? Lì per lì nulla perché qualcuno ha temuto che, se il nobile ed altero ministro fosse stato invitato a tornare in albergo per "ricomporsi" e per ricomparire in abiti "più acconci", si sarebbe potuto anche sfiorare l'incidente diplomatico. Poi, però, si è pensato che l'immagine fotografica di una signora così insufficientemente abbigliata - ancorché straniera, ancorché ministro, ancorché soprattutto bruttina assai - non sarebbe mai potuta comparire, senza scatenare l'ira dei "guardiani dell'islamica moralità", su giornali e teleschermi di Allah. Ad un certo punto, per fortuna, si è tuttavia accesa la classica lampadina. Si è acceso cioè, per questo difficilissimo "caso", l'universalmente interreligioso e miracoloso "photoshop" che, in pochi secondi, ha tirato il nero del golfino della baronessa Ashton, nelle foto che erano state scattate "dal vivo", fin sotto il suo muliebre "pomo di Adamo". Cancellandole, sì, il prezioso filo di perle vere di cui si era nobilmente adornata. Ma consentendole di apparire, senza più problemi, anche su quei "media" iraniani costantemente sotto la lente inesorabile dei "guardiani della moralità".
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