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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

giovedì 27 gennaio 2011

L'oncologo Veronesi come monsignor Mattiazzo

"Anche io - ha sostanzialmente scritto, sul "Corriere della sera", l'oncologo Umberto Veronesi - concordo con monsignor Mattiazzo quando afferma che non si può ricorrere all'alibi dell'eroismo, ogni volta che un nostro soldato muore, per coprire l'insensatezza della presenza armata italiana in Afghanistan... E, poiché ritengo che le missioni di pace debbano come prima cosa creare una cultura e soprattutto contrastare l'arretratezza e la povertà, noi medici saremo presto a Herat, attraverso la mia Fondazione, per aprire un centro di prevenzione di tumori al seno e per fare azione di promozione scientifica presso la comunità oncologica afghana".
Con la speranza che monsignor Mattiazzo e il professor Veronesi non si risentano, sarebbe obiettivamente ingiusto non definire questa prossima presenza medico-chirurgica ad Herat come atto di ammirevole eroismo. Atto che di ancor più eroismo si ammanterebbe, se gli oncologi in arrivo decidessero di agire senza la difesa - diretta o indiretta, vicina o lontana - di alcun soldato della missione italiana di pace pronto a difenderli fino a sacrificare se stesso. Così come a difendere la popolazione buona e oesta dell'Afghanistan stanno lì, necessariamente con le armi da utilizzare solo contro i terroristi in caso di loro attacchi, tutti i soldati della missione di pace italiana. Lì, soprattutto, per combattere sì, ma contro l'arretratezza e la povertà di una popolazione alla disperata ricerca di una normalità istituzionale, economica e sociale. Come dovrebbero ben sapere, se non fossero ottenebrati, dalla superbia luciferina l'uno e dal fondamentalismo pseudopacifista l'altro, monsignor Mattiazzo e il professor Veronesi.
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