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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

martedì 21 dicembre 2010

Quel Babbo Natale di nome Lula da Silva

"Il terrorista pluriomicida Cesare Battisti - secondo il quotidiano brasiliano "O Globo" - tuttora in carcere in attesa di essere estradato, così come richiesto dalla Magistratura italiana, non verrà per niente estradato. Non solo: verrà scarcerato prima di Natale per "ragioni umanitarie" e gli verrà garantito lo "status" di rifugiato politico".
Ma il Supremo Tribunal Federal, l'istanza giuridica più alta del Brasile, non si era pronunciata, circa un anno fa, per l'estradizione del terrorista in Italia? Sì. Solo che il Presidenete Luiz Inacio Lula da Silva, l'istanza istituzionale politica più alta del Brasile, sembra essersi ormai orientato - secondo "O Globo" - esattamente al contrario. E, dunque, orientato a spazzare via con la scopa, come una strega di "favela", la decisione del suo Supremo Tribunal Federal e a indossare, per il "buon" pluriomicida Cesare Battisti, i festosi panni di Babbo Natale. Recando il dono della protezione e dell'asilo politico, nel suo incredibile sacco, accompagnato da un colorato bigliettino con su scritto "libero per ragioni umanitarie". E beh, certo, un terrorista con quattro feroci omicidi nel suo "curriculum" - oltre a qualche altro reato minore commesso qua e là - merita comprensione, benevolenza, sentimenti di profonda umanità. Il Presidente Luiz Inacio Lula da Silva, il cui mandato scadrà a fine mese, avrebbe potuto scegliere, per il suo addio istituzionale, una iniziativa un po' più nobile. Rispettosa, soprattutto, del dolore di quanti, avendo perso i loro cari per mano del "povero" Cesare Battisti, avevano sperato di non dover perdere, anche, il diritto alla giustizia.
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