"Calisto Tanzi - ha sentenziato il Tribunale di Parma - dovrà scontare diciotto anni di carcere per quel "crac" della "Parmalat" che ha economicamente rovinato, tra l'altro, 35 mila obbligazionisti e 2500 creditori".
Come ha reagito, a questa sentenza, Calisto Tanzi? Da strafottente. Perché se n'è lamentato affermando che non si sarebbe aspettato "tanta durezza". Ma anche perché se n'è lamentato sapendo benissimo che, abilmente sfruttando la sua età e gli acciacchi di chiunque quell'età abbia, di quei diciotto anni di carcere non farà nemmeno un giorno. Gli daranno sicuramente, dunque, i "domiciliari". Che per lui, oltretutto, saranno perfino dorati: una sua villa alle porte di Parma con tanto di parco, di campi da tennis, di piscina, perfino di una zona giochi dove potrà intrattenersi - da buon nonno - con i suoi nipotini. Non si farà e non gli si farà, insomma, mancare nulla. Con tanti saluti ai 37500 da lui truffati che, se magari avevano anche un solo appartementino, frutto dei loro faticosi risparmi, se lo sono dovuto vendere per colpa del suo "crac".
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