"Al compimento del sessantacinquesimo anno di età - ha deciso il Governo Monti - ogni farmacista dovrà lasciare la propria attività professionale".
Viene da chiedersi come mai. Forse perché si è ritenuto che un farmacista, da 66 anni in poi, non sarebbe più in grado di intendere e di volere e, magari, sbaglierebbe la fornitura della medicina? Strano modo di ritenere, se così fosse, visto che molti medici chiamati al capezzale dell'Italia continuano ad esercitare anche oltre i 70 anni e, però, si ritengono ancora in piena forma ed esenti da qualsiasi errore nell'emettere la diagnosi e nel prescrivere la terapia.
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