"Si chiamava Vincenzo Di Tinco, aveva 60 anni, era un commerciante di Ginosa Marina - hanno riportato i giornaali - si è ucciso perché, non avendo ottenuto neppure un fido di 1.300 euro dalla banca, non avrebbe potuto più andare avanti".
Vincenzo Di Tinco, purtroppo, non è la prima vittima di una banca. Altri operatori economici, specialmente in questi ultimi mesi, si sono uccisi per disperazione non riuscendo ad ottenere un fido, un prestito, un mutuo. Negli ultimi tre anni, solo in quel Nord Est una volta pur florido, si sono tolti la vita in cinquanta. In 400 se la sono tolta, in tutta Italia, tra il 2009 e il 2010. Ma dall'anno scorso ad oggi sta andando ancora peggio. Perché le banche continuano a negare, sempre più drammaticamente, fidi, prestiti, mutui e vita a quanti avrebbero solo bisogno di un aiuto momentaneo. Ma, a questo punto, la domanda allora è: se le varie banche continuano a non utilizzare i miliardi avuti al tasso dell'1% dalla Banca centrale europea per fini sociali, perché la Banca d'Italia assiste, tace e non interviene come dovrebbe? Governatore Visco, se lei c'è - come c'è - batta però un colpo. Senza compromessi, senza debolezze, senza soggezioni. Coraggiosamente, lancia in resta. Soprattutto prima che qualche altro poveraccio decida di sputarvi in faccia e impiccarsi.
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