"Quarantatre imprenditori romani - nel corso degli anni - avevano affisso migliaia e migliaia di cartelloni esibendo false certificazioni, i vigili urbani avevano denunciato i fatti, ma l'ufficio competente capitolino non era intervenuto per le giuste rimozioni. Di qui un'inchiesta della Procura".
Com'è finita la questione? Con un'archiviazione per due motivi allucinanti. Da un lato, infatti, il competente ufficio capitolino è stato "graziato" perché la rimozione dei cartelloni abusivi avrebbe comportato una spesa di due milioni di euro e quest'ufficio - poveraccio - aveva in cassa soltanto 800 mila euro. Dall'altro, stranamente giudicato che le false certificazioni - poverine - erano irrilevanti, sono stati "graziati" anche i quarantatre imprenditori dei cartelloni abusivi. Con il palese invito, chiaramente, a imbrattare illegalmente la città a proprio piacimento. Tanto il Comune capitolino non ha i soldi per le rimozioni e non deve per questo rispondere di omissione di atti d'ufficio mentre le certificazioni false possono essere sempre definite irrilevanti e non devono per questo essere passibili di sanzione alcuna. Parola - o, meglio, sentenza - della Procura di Roma.
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