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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

lunedì 26 marzo 2012

Favismo ai domiciliari

"Michele Aiello, condannato a 15 anni e 6 mesi per associazione mafiosa e finora recluso nel carcere di Sulmona - ha preso atto il Tribunale di sorveglianza de L'Aquila - è sofferente di favismo e, quindi, ha diritto ad una nutrizione particolare".
Qual è stato, quindi, il provvedimento sancito, dopo la sua presa d'atto, dal Tribunale di sorveglianza de L' Aquila? Forse l'obbligo, nei confronti del sofferente Michele Aiello, di un vitto carcerario compatibile con il suo favismo? Ma per carità. Il provvedimento è stato quello di concedergli i domiciliari perché - secondo il Tribunale di sorveglianza de L'Aquila - soltanto un buon parente o servitore, una volta a casa, avrebbe potuto confezionargli - lui, sì, con culinaria sapienza ed attenzione - i piatti più idonei. Vuoi mettere, povero Michele Aiello, la cucina del becero carcere di Sulmona e la cucina - magari in villa - di mammà o del diplomato cuoco di famiglia? Caro Tribunale di sorveglianza de L'Aquila, dunque, come si esprimeva il comico Totò in un suo celebre film? Si esprimeva così: "Ma ci faccia il piacere, ci faccia".
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