"Tutti i Paesi della Comunità europea - "Written Declaration" passata, il 19 marzo, a Strasburgo - dovranno incoraggiare l'introduzione dello studio degli scacchi, nei rispettivi sistemi scolastici, in quanto portatore di grandi benefici nell'educazione dei ragazzi".
Che il gioco degli scacchi sia quanto mai idoneo ad ampliare l'educazione e la formazione dei ragazzi in età scolare è fatto più che certo. Almeno in Italia, tuttavia, sarebbe opportuno che, prima, venisse incoraggiato lo studio benefico della lingua nazionale e delle lingue straniere, della storia e della geografia, dell'educazione civica e della filosofia, dell'ecologia e del computer. Mica per niente. Perché, altrimenti, potrebbe spesso finire che a muovere un cavallo sulla scacchiera sarebbe un ciuccio in aula.
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