"Facendo la spesa - si legge nelle intercettazioni telefoniche fatte al faccendiere Luigi Bisignani, messe agli atti del processo sulla P4 e regolarmente pubblicate sui giornali - ho trovato il pane, la verdura e anche la carta igienica".
Ora sarebbe davvero interessante conoscere, dai giudici che hanno deciso di mettere agli atti e di rendere nota questa intercettazione -come tante altre dello steso tipo e della stessa natura - quale contributo penalmente utile possa esserne scaturito per le indagini in atto sull'attività indagata di Luigi Bisignani. Viene perlomeno da indignarsi. E - beninteso - non perché di Luigi Bisignani si tratti. L'ndignazione sarebbe stata la stessa, se i giudici avessero inserito nei loro fascicoli processuali e fatto conoscere alla stampa intercettazioni a carico di qualsiasi altro indagato - di destra, di centro o di sinistra - durante le quali questo indagato fosse stato sorpreso a confidare, a sua moglie o alla sua collaboratrice domestica, di aver fatto un salto al supermercato per rifornirsi - puta caso - di fette biscottate, di rape, di cavoletti di Bruxelles e anche di pannolini per il pupo. Tutta materia di nessun interesse perfino per un giornale di "gossip" e figurarsi, dunque, per un fascicolo giudiziario. Non solo. Tutta materia che un giornale di "gossip" non pagherebbe neppure un euro, ma che certi giudici, per averla, non hanno esitato invece a spendere centinaia di migliaia di euro. Non in nome - c'è da sperare - del popolo italiano.
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