"Il boss mafioso Totò Riina va assolto dall'imputazione di avere organizzato il sequestro e l'uccisione del giornalista Mauro De Mauro - ha sentenziato il Tribunale di Palermo - perché insufficienti le tesi formulate dalla pubblica accusa per la sua imputazione e la sua condanna".
Dopo averci pensato sù più di quarant'anni, dunque, la Giustizia palermitana non è stata ancora capace di dare un volto ufficiale al brutale assassino di Mauro De Mauro, di chiuderlo in carcere e di buttare la chiave in mare. Sorprendente, se ci fosse ancora la possibilità di sorprendersi. Incredibile, se ci fosse ancora la possibilità di non credere a certi assurdi. "Sono stupito - ha dichiarato lo stesso Procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia - faremo ricorso". Giustissimo, certo. Solo che, se anche questo ricorso dovesse poi attendere la sentenza quarant'anni e più, a quel punto Totò Riina, che è già un po' là con gli anni, potrebbe essere chissà dove per dare conto a chissà chi dell'assassinio di Mauro De Mauro e del resto della sua spregevolissima vita di feroce boss.
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