"Caro Matteo - così. qualche giorno fa, Denis Verdini al "premier" Renzi - un terzo del tuo Pd sta lavorando per buttarti giù e, dunque, o ti decidi a fare il "Partito della Nazione" oppure rischi di andare a sbattere di brutto".
Potrebbe essere vero. Ma potrebbe essere, più realisticamente, non tanto un amorevole consiglio di nuovo affezionato amico quanto una urgente aspirazione di nuovo interessato amico ad entrare, con abile colpo della sua "Ala", in un nuovo Governo. Il "premier" Renzi, per ora, non sembra avere recepito, però, il messaggio verdiniano perché sicuro, probabilmente, di vincere lui sul pur sempre più agguerrito battaglione dei suoi oppositori interni. O perché, probabilmente, è in attesa di ben più impegnative prove di fedeltà, se non di sudditanza, di Denis e della sua pattuglia fuoriusciti dal campo avverso del centrodestra. Prima di farli accomodare, insomma, in poltrona. Sempre che questa legislatura - come hanno cominciato a dubitare anche molti nel Pd - arrivi davvero fino alla sua naturale scadenza del 2018.
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