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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

lunedì 18 aprile 2016

Dopo il "referendum trivelle"

"Il referendum sulle trivelle - come nelle previsioni - non ha raggiunto, per essere valido, il 50 per cento più uno dei voti".
Qualche considerazione. Sono andati civicamente a votare il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, la Presidente della Camera, ma non il Presidente del Consiglio che, così, non ha dato una buona prova di civismo. Sono andati civicamente a votare 16 milioni di cittadini - per esprimere il loro sì o il loro no - ma non gli altri 32 milioni i quali, se non sono andati al mare come da bruttissimo invito renziano, sono andati alla partita, al cinema, al parco, perfino dalla suocera, per finire magari in pizzeria, e, così, hanno dato una ennesima prova di quale scarsa considerazione hanno della democrazia. Ora però, come sempre, hanno vinto tutti. I fautori del sì i quali hanno detto di avere ottenuto comunque un risultato oltre le aspettative e hanno ammonito il "premier" Renzi a stare attento perché si sono espressi contro di lui 16 milioni di cittadini e, per fargli andare di traverso il referendum di ottobre sulle riforme costituzionali, ne basterebbero anche di meno. Ma soprattutto il "premier" Renzi il quale si è congratulato con se stesso per essere riuscito a scampare il tranello che - secondo lui - gli era stato teso da una gufesca "santa alleanza" e si è detto invece sicuro che il referendum di ottobre sulle riforme costituzionali passerà con ben oltre il 50 per cento e che quanti lo approveranno supereranno il 60 per cento dei votanti totali. Si starà, come sempre, a vedere. In attesa, intanto, di cosa accadrà con le amministrative parziali di giugno. Ma con una certa amarezza per come questa Italia di oggi stia a dimostrare di non voler correttamente usare il suo prezioso "bene democrazia" neppure quando si tratti di esprimersi ove siano in ballo, perfino, suoi determinanti interessi.
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