"Irene Pivetti - sbattuta la porta in faccia alla lista civica dei "Popolari per Marchini" perché, secondo lei, un filino pendente a sinistra - ha accettato il ruolo di capolista della "Lega nord" per le amministrative a Roma".
Irene Pivetti, cioé, via da un circa 6% di Marchini ad un circa 1% della "Lega nord"? Illogico. Oppure logico, molto logico, se questo vorrebbe significare che Matteo Salvini - Pivetti consensiente, tanto che le costa? - non avrebbe definitivamente più l'intenzione di raggiungere un accordo con Silvio Berlusconi. Né su Bertolaso né, eventualmente, su altro candidato unico del centrodestra. E, come sembrerebbe, né a Roma né in altre grandi città. Ma con un Silvio ostinatamente a sognare "Matteo, 'i vorrei che tu, Giorgia ed io / fossimo presi per incantamento / e messi in un vasel ch'a giusto vento / in Campidoglio andasse al voler vostro e mio; / sì che fortuna od altro tempo rio / non ci potesse dare impedimento / anzi, vivendo sempre in un talento / di stare insieme crescesse 'l disio". Solo che, nel sonetto di Dante Alighieri, Matteo era era il suo amico Guido, Giorgia il suo amico Lapo e il Campidoglio il mare: tutta un'altra storia.
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