"Ho in progetto di aumentare di 80 euro al mese - ha fatto sapere il "premier" Renzi - le pensioni al minimo".
Progetto, considerata la scandalosa entità delle pensioni al minimo, più che giusto ed opportuno. Ma che, purtroppo, sarà destinato a rimanere progetto. Un altro annuncio che verrà magari trascinato fino al referendum sulle riforme istituzionali, ma che, poi, subirà l'amaro destino di perdersi nelle nebbie del nulla. Perchè, secondo i tecnici, quegli 80 euro mensili da addizionare agli oltre due milioni di pensioni al minimo comporterebbe, per la casse dello Stato, maggiori uscite fra i due miliardi e 300 milioni e i tre miliardi e mezzo ogni anno. Uscite assolutamente impensabili, considerando un bilancio dello Stato in rosso sempre più progressivamente profondo, considerando che ci sono ancora da saldare i conti con molte piccole e medie imprese, considerando che gli studenti diciottenni non hanno ancora visto i 500 euro stanziati per affinare la loro cultura. Ma forse, se per il barone De Coubertin l'importante non è tanto vincere quanto partecipare, per il "premier" Renzi l'importante non è tanto fare quanto annunciare. Quando si tratta, almeno, del lancio del peso. Il peso di una nuova spesa.
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