"Ero a Roma per lavoro - ha raccontato la signora Francesca Vancheri di Teramo quando, essendo al secondo mese di gravidanza, ho accusato dei disturbi, mi sono rivolta all'ospedale "Pertini" e qui, dopo una ecografia, mi è stato detto che il bambino in grembo era morto e che io avrei dovuto sottopormi ad un raschiamento".
Ma poi che cosa è successo? Che la signora Vancheri, perplessa, è tornata a Teramo, si è rivolta al suo ginecologo e questi le ha assicurato che il bambino era perfettamente sano e che i disturbi da lei accusati erano stati causati da un evento già positivamente risoltosi. Ora, dunque, sarebbe auspicabile che chi aveva emesso quella terribile diagnosi all'ospedale "Pertini" di Roma - decretando la morte di un esserino invece in piena salute - fosse allontanato, almeno per qualche tempo, da funzioni che, evidentemente, non gli sono consone. Obbligandolo a riaprire i libri universitari e a ripetere, soprattutto, gli esami fondamentali. Non solo: facendo anche attenzione che non decida di mantenere indosso il camice bianco, nel frattempo, dedicandosi alla medicina e alla chirurgia veterinaria. Perchè anche gli animali sono esseri viventi e vanno difesi.
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