"Il mio piccolo Natham Falco - si sta disperando Elisabetta Gregoraci - non è più sereno come prima, piange spesso e ha nostalgia dei suoi spazi da quando non possiamo più vivere a bordo del panfilo sequestrato, dalla Guardia di Finanza, al mio grande Briatore".
Beh, in effetti, povero piccolo Natham Falco. L'augurio è che, oltre a mamma Betty, facciano ora sentire il loro profondo dolore, la la loro ansiosa preoccupazione, il loro sconforto e la loro giusta protesta anche quei milioni di piccoli del Terzo Mondo i quali non sono stati e non sono sereni perché non hanno conosciuto e non conoscono né acqua di mare né acqua dolce da bere. I quali hanno pianto e piangeranno spesso perché hanno sofferto e soffrono non per giuste confische, ma per ingiuste mancanze di cibo e per ingiuste malattie mortali. I quali non hanno potuto e non possono avere alcuna nostalgia di azzurri e ampi spazi perché i loro spazi sono stati e saranno sempre quelli di di minuscoli villaggi di fango solcati da rivoli di liquami marroni.
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