"No ad una via dedicata a Bettino Craxi - si è inviperito Giorgio Bocca - perché lui, ricordatevelo, faceva politica come un bandito".
Bettino Craxi bandito è una opinione di Giorgio Bocca e come tale - siamo oggi, per fortuna, in democrazia - come tale è da rispettare. Al pari, però, dell'opinione di chi sia convinto che Bettino Craxi, al contrario, sia stato un coraggioso antesignano del più sano riformismo socialista. Quello che Giorgio Bocca dovrebbe invece ricordarci - o confessare a chi non l'abbia mai saputo - è che lui, da giovane, è stato segretario del Gruppo universitario fascista, ha firmato il famigerato "Manifesto della razza" contro gli ebrei e a favore dell'entrata nella guerra ariana al fianco di Hitler, ha fatto arrestare antifascisti dalla polizia del regime, ha scritto - sulla "Provincia granda" - articoli entusiastici sul fascismo e, appena "finito" Benito Mussolini, si è prontamente tolto la camicia nera per indossare paraventisticamente la camicia rossa, si è fatto abilmente accreditare come partigiano della prima ora e, una volta a capo di un "Tribunale del popolo", ha fatto anche condannare a morte un ufficiale in quanto "collaborazionista". E dunque no, forse, ad una via dedicata a Bettino Craxi. Ma no, sicuramente, ad una via da dedicarsi a lui.
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1 commento:
complimenti per l'accurata ricostruzione del curriculum vitae di Giorgio Bocca: sarebbe interessante conoscere la sua opinione in merito, per vedere fino a che punto ci si può arrampicare sugli specchi...
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