"Se fossimo in Giappone dove è costume chiedere scusa per i propri sbagli - si è lasciato andare, in una libreria milanese, Francesco Saverio Borrelli - vi chiederei scusa per il disastro seguito a "Mani pulite". Non valeva la pena buttare all'aria il mondo precedente per cascare poi in quello attuale".
Francesco Saverio Borrelli, però, si è poi affrettato a precisare, in una intervista al "Giornale", che la sua, ovviamente, era stata soltanto una battuta e che non avrebbe dovuto chiedere scusa a nessuno per avere fatto il suo dovere di magistrato. Quale, dunque, il vero, il sincero, l'attendibile Francesco Saverio Borrelli? Quello della libreria milanese o quello dell'intervista al "Giornale"? Chissà. E però, comunque, Francesco Saverio Borrelli farebbe bene a ripassarsi certi versi di Pietro Metastasio. Questi: "Voce dal sen fuggita/poi richiamar non vale;/non si trattien lo strale/quando dall'arco uscì".
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