"Luigi De Magistris - aveva dichiarato, non troppo tempo fa, Clemente Mastella - ha costruito su di me un castello di carte fasullo, ha ipotizzato una valanga di reati solo per il suo tornaconto personale".
Giudizio indubbiamente grave. Che Clemente Mastella, proprio in questi giorni, ha evidentemente dimenticato nel momento in cui ha fatto sapere - sotto sotto - di stare dalla parte dell'ex magistrato nel ballottaggio per la carica di sindaco di Napoli. O che, magari, ha voluto seppellire - per chissà quale motivo - sotto i versi di una nota canzone partenopea che, ad un certo punto, suona così: "...Chi ha avuto ha avuto, ha avuto; chi ha dato ha dato, ha dato; scurdammese 'o passato, simmo 'e Napule, paisà..." Ma il "paisà Luigi De Magistris farebbe bene a non rallegrarsi troppo di questa conversione - o riconversione - di Clemente Mastella. Perché lui, il Clemente Mastella, ha già offerto innumerevoli testimonianze di avere un dna da farfalla. Di essere spinto da una forza innata, cioè, di fiore in fiore. E sul "fiore" Luigi De Magistris, rimarrebbe sicuramente, come sua natura, soltanto qualche battito di ali. A meno che lui, il Luigi De Magistris, non decidesse di farla sorridere con un po' di nettare.
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