"I tre membri del Consiglio di amministrazione delle Ferrovie dello Stato che approvarono il pagamento di oltre quattro milioni di euro, a Giancarlo Cimoli, quando se ne andò per approdare all' "Alitalia" - ha sentenziato la Corte dei conti - dovranno restituire quella cifra, all'azienda, con i loro patrimoni personali".
Ben sentenziato. Ma questa decisione non potrebbe essere applicata anche a tutti quegli altri amministratori pubblici che, sedendo su questa o quella poltrona, hanno beneficiato Tizi e Cai con il denaro dello Stato e, dunque, dei cittadini contribuenti? Incredibile che nessuno abbia voluto farci un pensierino. Anche perché, così, si sarebbero potuti e si potrebbero evitare, soprattutto in momenti di difficoltà nei pubblici bilanci, tagli ai servizi e aumento di tributi. Facendo, insomma, giustizia e non ingiustizie. Giustizia nei confronti dei veri responsabili e non ingiustizie nei confronti di chi è stato e continua ad essere penalizzato per colpe non certamente sue.
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