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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

sabato 13 marzo 2010

Re Fili

"Quando Emanuele Filiberto arriva in tv - ha informato "Il Giornale" - lo "share" decolla. E la Rai, quindi, se lo è subito accaparrato per "Ciak si canta" e, in occasione dei prossimi mondiali di calcio, come opinionista. Il principe, insomma, è diventato re".
Felicitazioni al Fili, all'italico "share" e alla Rai del "di tutto, di più". Sia tuttavia consentita una benevola, ma rigorosa messa a punto. Il principe è davvero diventato re? Qualcuno potrebbe legittimamente dubitarne. Potrebbe anzi eccepire che, nella impossibilità costituzionale di rivestire il ruolo di re d'Italia, si sia adattato a rivestire il ruolo di buffone di "re auditel". Attenzione: buffone del re non è comunque, né semanticamente né soprattutto storicamente, una offesa: i buffoni dei re - basta documentarsi - erano anzi insigniti, nelle corti, del rango di funzionari del sovrano e, nel far divertire, erano applauditi e rispettati. Quindi nessuna offesa per il Fili che - dopo le sue "performances" in "Quelli che il calcio" nel 1995-96, nello spot pubblicitario di certi sottaceti nel 2002, ne "Il ballo delle debuttanti" nel 2008, in "Ballando con le stelle" nel 2009, ne "I raccomandati", ne "Il Festival di Sanremo", in "Ciak si canta", ne "I mondiali di calcio" già nel 2010 e chissà, in futuro, in quant'altro di simile - andrebbe più appropriatamente definito, più che re, buffone - appunto - di "re auditel". Con tanto di applausi e di rispetto, ovviamente, da parte dell'entusiastica corte dell'italico "share".
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