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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.
"Se il "post" su Silvio Berlusconi che tanto ha indignato - se n'è uscito, non ancora contento, l' "apostolo grillino" Vito Crimi - l'avesse fatto Crozza, staremmo tutti a ridere".
A Vito Crimi, evidentemente, nessuno ha ancora spiegato che, tra un comico del palcoscenico e un parlamentare della Repubblica, c'è una naturale grandissima differenza. Oppure qualcuno ha cercato di spiegarglielo, ma lui, come spesso gli capita, non ha capito. Così come per giorni non aveva neppure capito, dopo la sua elezione a senatore, quali fossero i corridoi che conducono all'aula di Palazzo Madama. E spesso era finito anche davanti ai gabinetti.
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"Dal 1994 ad oggi - ha stimato l' Alto Commissariato Onu per i rifugiati - sono stati più di seimila i migranti morti e dispersi nel solo Canale di Sicilia".
Domanda: ma l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati esiste soltanto per fare la conta dei morti e dei dispersi oppure anche per muoversi e far muovere il mondo perché tragedie del genere non debbano verificarsi?
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"I funerali delle centinaia di vittime dell'ultima tragedia avvenuta nelle acque di Lampedusa - ha proposto Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio - avvengano a Roma come funerali di Stato".
Certo che quelle povere vittime debbano essere ricordate e officiate, almeno, con la dovuta solennità e con il più profondo sentimento di vicinanza. Ma sembrerebbe più opportuno, oltre che meno retorico, se il danaro che sarebbe richiesto per i funerali di Stato a Roma fosse invece destinato ai 125 superstiti. I quali, ora, dovranno in qualche modo continuare a vivere. E, per i morti, la vicinanza e l'affetto dei lampedusani non sarebbero certo da meno di quelli di alcune autorità in doppiopetto a Roma. Forse, anzi, sarebbero più spontanei e sinceri.
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"Franco Bernabé - come previsto - si è dimesso dalla presidenza di "Telecom Italia"".
Nell'andarsene ha lasciato un debito di quasi 29 miliardi, ma, per questo suo eccezionale risultato, si è portato via una liquidazione di sei milioni e mezzo. Complimenti per questo suo doppio "exploit".
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"Proporrò la decadenza di Silvio Berlusconi - ha fatto sapere, su "Twitter", il deputato pd Giampaolo Galli - anche da cavaliere del lavoro".
Liberissimo, naturalmente. Solo che, ora, sarebbe auspicabile non esplodesse una sorta di "sindrome da Maramaldo", il condottiero rimasto famoso nella storia per avere ucciso l'avversario Francesco Ferrucci ormai in terra gravemente ferito. E che, quindi, qualcuno non continuasse, magari, con il proporre la decadenza di Silvio perfino dall'attributo signore e, ancora, dal patronimico Berlusconi. Mica per niente: per un certo apolitico buongusto.
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"Quando oggi si è riunita la Giunta per le autorizzazioni del Senato per decidere sulla decadenza o meno di Silvio Berlusconi - è stato notato - lui non si è presentato e non si sono presentati, neppure, i suoi avvocati".
Qualcuno, però, si è presentato. Si è presentato il legale rappresentante di quell'Ulisse Di Giacomo il quale, essendo il primo dei non eletti del Pdl in Abruzzo, subentrerebbe in Senato ove Berlusconi dovesse essere dichiarato decaduto anche in aula. Legale rappresentante il quale non si è presentato per difendere chi aveva contribuito a far votare Ulisse Di Giacomo, ma per allinearsi alle argomentazioni favorevoli alla sua cacciata. Argomentazioni sostenibili, magari, sul piano giuridico, ma spregevoli sul piano umano. Però si sa. In politica, al di là di Berlusconi sì Berlusconi no, troppo spesso si fa di tutto pur di conquistare uno scranno in Parlamento. Anche accoltellare, sempre al di là di Berlusconi sì Berlusconi no, un uomo alle spalle. Senza alcuna esitazione e senza alcuna vergogna.
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"Silvio non mollare? - ha postato su "Facebook, pur non essendo permesso durante i lavori della Giunta per le autorizzazioni, il senatore "grillino" Vito Crimi - Spero che il cartello apparso con quella scritta non volesse intendere, vista l'età, il progressivo prolasso delle pareti intestinali e l'ormai molto probabile ipertrofia prostatica, Silvio non rilasciare peti e controlla l'incontinenza".
"5 stelle" di pecoreccio. Con grande divertimento, sicuramente, tra quanti usano bivaccare l'intera giornata nei bar di quart'ordine. Ma con altrettanto grande sconforto tra quanti credono ancora nel rispetto dovuto, in ogni caso, alle persone e alle Istituzioni. Ma i cittadini pagano lo stipendio, a Vito Crimi e a molti altri colleghi come lui, per questi seri e determinanti contributi in Parlamento?
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"Alcuni pescherecci - hanno denunciato i superstiti dell'ultima tragedia consumatasi nel mare di Lampedusa - ci hanno avvistato, ma non ci hanno soccorso e, così, l'incendio scoppiato a bordo ha causato più di 90 morti e circa 300 dispersi".
Verosimile quanto spietato. Verosimile perché alcuni comandanti di pescherecci potrebbero tirare di lungo dopo che alcuni di loro, dopo avere soccorso tempo fa dei barconi in difficoltà, si sono visti incredibilmente accusare di favoreggiamento all'immigrazione clandestina. Spietato perché, pur rischiando di subire la stessa incredibile accusa, non hanno avvertito o hanno represso quello che avrebbe dovuto essere, comunque, un istintivo atto di umana solidarietà. Spietato, comunque, non certo più dell'atteggiamento dell'Unione europea la quale, cinica e indifferente, non ha fino ad oggi supportato l'Italia nel fronteggiare il triste, drammatico e ricorrente fenomeno dei barconi dei disperati immigrati. E la quale anzi, proprio pochi giorni fa, ha rinfacciato ai nostri Governi di non avere mai adottato misure che potessero convincere gli altrei Paesi membri a dare concretamente una mano. "Vergogna" si è indignato Papa Francesco. Sì, vergogna. Soprattutto per l'Unione europea cinica e indifferente.
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"Sette inchieste per reati fiscali che un "pool" di pubblici ministeri - è filtrato dal Palazzo di giustizia di Milano - ha lasciato cadere nel nulla, fino al punto di proporne l'archiviazione, sono state avocate a sé, dalla Procura generale, per la ripresa delle indagini istruttorie".
Sarà stato solo un caso, certo, che quello stesso "pool" di pubblici ministeri abbia invece indagato a tutto campo sulle tasse evase - secondo le sentenze dei tre gradi di giudizio - dalla "Fininvest" di Berlusconi. Comportamento corretto questo, ci mancherebbe altro, come però scorretto è stato quello tendente ad archiviare le sette inchieste per evasioni complessivamente, ma una in particolare, di ben maggiore entità. Bene ha fatto, dunque, la Procura generale ad avocare a sé i fascicoli che stavano per andare in archivio. Ma, intanto, sarebbe interessante sapere per quali motivi ci stessero andando. Lo chiarirà mai qualcuno? La stessa Procura generale? Il Consiglio superiore della magistratura? L'esperienza non lascia sperare per il meglio. E, allora, ognuno ipotizzi da solo "il motivo per il quale..."
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"Pressing di Napolitano - ha scritto oggi "Il Giornale" - per un Governo senza il Cav".
Ma di quale Ministero è titolare il Cav? Da quale Ministero Napolitano vorrebbe estrometterlo? "Il Giornale" sembra avere perso la testa a tal punto, in questi giorni, tanto da dare i numeri invece delle notizie.
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"La partita non è finita qui - ha promesso, dopo la sconfitta dei "falchi" pdl sulla fiducia al Governo Letta, la "pitonessa assatanata" Daniela Santanché - Ora ci saranno i tempi supplementari".
Può darsi. Ma, se non dovessero essere sufficienti neppure i tempi supplementari, si andrà ai rigori? La "pitonessa assatanata" potrrebbe essere pronta anche a questo. Tanto che qualcuno, in proposito, ha malignato che si starebbe già studiando il famoso "cucchiaio" di Totti.
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"Con 235 voti a favore e appena 70 contrari - è stato l'atteso responso del Senato - il "premier" Enrico Letta ha ricevuto il consenso per proseguire con il suo Governo".
Come 235 voti a favore e appena 70 contrari? E tutti quelli contrari che sarebbero dovuti arrivare dal Pdl fedele a Berlusconi? Non sono arrivati perché proprio Berlusconi, sovvertendo una decisione presa con il suo gruppo appena poco prima per votare no, è intervenuto brevemente nel dibattito per annunciare il seppure sofferto sì. Lasciando di stucco i pd, i suoi "infedeli", ma soprattutto i suoi fedeli. Un rispensamento responsabile all'ultimo secondo? Una presa d'atto che, anche senza il suo "ok", il "premier avrebbe avuto ugualmenete la maggioranza dei consensi e, quindi, tanto valeva recitare la parte del buono? Una tattica dai risvolti ancora oscuri? Con Berlusconi tutto è stato, tutto è e tutto sarà sempre possibile. Lui è stato, è e sarà sempre un personaggio da "colpi di teatro". Tanto da strappare l'applauso, questa volta, perfino ad Enrico Letta il quale, subito dopo l'inatteso annuncio del Cavaliere per il sì, si è rivolto al suo vice Angelino Alfano e, sorridendo, gli ha sussurrato: "E' un grande". Con ammirazione o con ironia?
"La mia - ha dichiarato, per spiegare il sì del Pdl all'ultimo momento, Silvio Berlusconi - non è stata una marcia indietro".
Ma come? Se fino a poco prima aveva concordato, con i suoi, il no ad Enrico Letta? A Silvio Berlusconi, evidentemente, nessuno ha mai spiegato come si muovono le marce: dalla prima alla marcia indietro. Per fortuna che le sue "fuoriserie" non le guida lui, ma il suo autista.
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"Alfano - aveva titolato, su "Il Giornale" di questa mattina, il direttore Alessandro Sallusti - tradisce e passa con la sinistra in cambio di poltrone".
Ora che anche Berlusconi ha fatto votare a tutto il Pdl la fiducia al "premier" Enrico Letta, come titolerà, domani mattina, il direttore Alessandro Sallusti? Forse così: "Berlusconi tradisce Berlusconi. Non ci si può fidare più di nessuno".
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"Da Giuda in poi - aveva sentenziato sempre questa mattina, nel suo "fondo" di prima pagina, il direttore de "Il Giornale" - tradire il padre non ha mai pagato".
Ma, se poi è il padre a "tradirsi" da solo, che cosa succederà mai?
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