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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

lunedì 9 agosto 2010

Trema, Pantalone, trema

"Sembra sempre più probabile - secondo i commentatori politici - che gli italiani vengano chiamati, magari anche in fretta, a rinnovare il Parlamento".
Questo probabile fatto, al di là di come ognuno possa legittimamente pensarla politicamente, non può che apparire obiettivamente scandaloso. E non per uno, ma addirittura per tre vergognosi motivi. Il primo: l'italica politica continuerebbe a dimostrare la sua incredibile, gravissima, connaturata incapacità di portare normalmente a termine una intera legislatura, di non essere ancora oggi in grado di anteporre gli interessi del Paese ai suoi interessi partitici, di non avere ancora oggi imparato il vero e corretto ruolo sia di maggioranza sia di opposizione. Il secondo: quanto fino ad oggi è stato realizzato o impostato di buono - poco o tanto che possa essere giudicato - andrebbe completamente a ramengo e la situazione economica, soprattutto, subirebbe un contraccolpo drammaticamente negativo. Il terzo: gli italiani sarebbero chiamati ad un ulteriore notevole esborso perché, mentre dovrebbero continuare a pagare intreramente i partiti per l'attuale legislatura, ancorché non dovesse concludersi, dovrebbero cominciare a pagare anche per la nuova successiva legislatura e - anche in questo caso - per cinque anni a prescindere da quella che potrebbe poi essere la sua effettiva durata. Qualcuno, in proposito, potrebbe chiedersi: ma, il 18 e il 19 aprile 1993, oltre il 90% degli italiani non aveva votato contro il finanziamento dei partiti? Certo. Ma i partiti non sono sosggetti che stanno lì - come si dice - a pettinare le bambole. Gli italiani - hanno ragionato - hanno detto no al finanziamento? D'accordo. E allora, in Parlamento, approveremo una legge che non si chiamerà più finanziamento, ma rimborso elettorale. Legge approvata all'unanimità, naturalmente, e tutt' oggi in vigore. Ritoccata anzi, sempre all'unanimità, di tanto in tanto. Nel senso che i rimborsi, inizialmente fissati in 1600 lire ad abitante, sono progressivamente arrivati a ben cinque euro (quasi 10 mila delle ex lire) per ciascun elettore. Con grande soddisfazione dei cassieri dei partiti. I quali, al di là di quanto vanno sostenendo pubblicamente i loro segretari nazionali, hanno segretamente cominciato a stropicciarsi le mani. E - per non saper né leggere né scrivere, ma sapendo fare bene i loro furbi conti - avranno già aggiunto nuove pagine nei loro libri contabili. Alla voce entrate. Provenienza: Pantalone.
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1 commento:

Luca Relandini ha detto...

Purtroppo, queste considerazioni che in un Paese civile farebbero scandalo, qui sono accolte con la solita rassegnazione. Quei pochi che leggeranno queste notizie invece di quelle su Inter-Roma penseranno: "Eh sì, lo sappiamo che la politica è così. Ma tanto io la prossima volta mica ci vado a votare, non ho tempo da perdere...". Povera Italia!