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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

lunedì 18 maggio 2009

I malati in bocca al Vesuvio

"La Procura della Repubblica di Napoli - è venuto alla luce - sta indagando sulla costruzione di quell'"Ospedale del mare" che, con i suoi 450 posti-letto programmati, sarebbe il più grande del Sud".
Ma come mai, visto che la costruzione del nuovo ospedale campano è già in corso da tempo e ha già ingoiato 200 milioni di euro, questa improvvisa indagine della Procura? Appalti truccati? Infiltrazioni camorristiche? Nulla di tutto questo. Il fatto sconcertante sul quale è stata aperta l'inchiesta della Magistratura è che questo nuovo ospedale campano sta sorgendo a sette chilometri e mezzo dalla bocca del Vesuvio. Il che significa in piena "zona gialla", quella - cioè - nella quale è prevista l'evacuazione rapida delle persone in caso di eruzione. E, addirittura, ad appena cento metri dalla "zona rossa", quella - cioè - di pericolo massimo e nella quale vige il divieto assoluto di edificazione. Incredibile, insomma, quanto cinicamente scandaloso. E, quindi, l'auspicio è che i fascicoli aperti dalla Procura di Napoli non finiscano, con il tempo, per restare seppelliti sotto una coltre di polvere in qualche archivio prima che, in caso di eruzione, malati e personale medico finiscano per restare seppelliti, una volta ultimato l'ospedale, sotto una coltre di cenere e di lava del Vesuvio. E che tutti i responsabili dell'incredibile scelta (tecnici e politici) non riescano ad uscire alla fine puliti, come troppo spesso continua ad accadere, dal loro disgustoso fango.
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