"Doniamo quel multimiliardario "jackpot" del "Superenalotto" - ha proposto "Famiglia cristiana" - ai terremotati d'Abruzzo".
La proposta non solo cristiana non è stata presa, però, in alcuna considerazione. Il Governo, di solito così pronto a varare decreti legge, non si è nemmeno sognato di vararne uno "ad hoc". Gli scommettitori, da parte loro, non si sono fatti vivi per garantire che- nel caso la "supervincita" fosse stata dirottata, magari anche in parte, a tanta gente in difficoltà - non avrebbero fatto causa allo Stato per truffa e appropriazione indebita. Anzi. L'uno, il Governo, ha continuato a stropicciarsi le mani al pensiero (contabile) di tanti altri miliardi in entrata con tante altre scommesse prossime venture. Gli altri, gli scommettitori, hanno continuato a giocare imperterriti milioni di altre schedine al pensiero (egoistico) di intascare tutta per loro quella scandalosa fortuna. Con tanti saluti, dunque, all'equità e alla solidarietà laiche, all'amore e al conforto cristiani. Con un vergognoso "chissenefrega", insomma, dalle aule parlamentari sempre più vuote e dalle sale di scommesse sempre più piene. Alla faccia di "Famiglia cristiana". Ma, soprattutto, alla faccia delle povere famiglie terremotate d'Abruzzo.
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