Mentre i terremotati comuni dell'Abruzzo continuano ad essere ospitati nelle baracche o negli alberghetti della riviera adriatica - ha denunciato "Il Giornale" - il sindaco dell'Aquila e trenta suoi parenti sono stati alloggiati in un "residence" extralusso con tanto di tv al plasma, aria condizionata, garage, giardino con vista sul mare e piscina con idromassaggio".
Dice: ma i terremotati comuni sono terremotati comuni e, dunque, stanno bene nelle baracche e negli alberghetti. Dice ancora: il Comune, invece, è una importante Istituzione e chi lo rappresenta, dunque, non può vivere da sfollato. Questo qualcuno dice. Qualcun altro, però, dice che il signor sindaco dell'Aquila non si sarebbe sporcato affatto il blasone di politico e di amministratore pubblico - anzi - se fosse andato a vivere, come tanti altri sindaci abruzzesi, accanto ai suoi sfortunati cittadini. Ma soprattutto dice che, se il sindaco dell'Aquila avese pure avuto lo pseudodiritto di alloggiare in tutta comodità, non avrebbero dovuto in alcun caso averlo - come l'hanno invece avuto - le famiglie dei suoi fratelli e delle sue sorelle. Anche se l' "Unità" tace. E "Repubblica" pure.
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