"La notte di Capodanno - anche a Roma tra le più trafficate e interessata a festeggiamenti in una serie di siti caratteristici della città - del migliaio di vigili urbani i quali avrebbero dovuto prestare servizio, ben 835 hanno fatto pervenire un certificato di malattia e non si sono presentati".
E il sindaco Ignazio Marino? "Ne renderanno conto" ha tuonato, ma svegliandosi solo dopo che il Ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, aveva fatto sapere di avere subito attivato l'Ipettorato del lavoro per prendere atto delle eventuali violazioni commesse dai vigili capitolini e per sollecitare le conseguenti opportune azioni disciplinari. E dopo l'intervento dello stesso "premier" Renzi il quale, prendendo spunto dallo scandaloso episodio, aveva approfittato per anticipare che, sì, anche i dipendenti pubblici, quando si rendano responsabili di gravi mancanze, è giusto vengano licenziati. Sembra, comunque, che i vigili capitolini non si siano spaventati: hanno tranquillamente preannunciato, già, che non ci saranno neppure in occasione del "derby" Roma-Lazio e che sono addirittura pronti ad uno sciopero. Sicuri di creare, ogni volta, il caos in tutta la città. A meno che non vengano fermati prima. Non tanto dal sindaco Ignazio Marino, il quale controlla sempre meno e sempre peggio il Campidoglio, quanto dalle Istituzioni nazionali. Povera Roma. Ma non solo per i suoi "vigili così" e nemmeno per quei 17 conducenti su 24 della "Metro A" i quali, il primo gennaio, non si sono presentati a loro volta al lavoro e hanno creato un disagio notevolissimo ai romani, ma per tutto il complesso della macchina amministrativa ormai inceppata. Qualcuno getti allora alla Capitale, per favore, un giubbotto di salvataggio. Con urgenza. Prima che affoghi nel Tevere.
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