"Il film "Timbuktu" - candidato all' "Oscar" come il migliore tra gli stranieri - è stato tolto dalla circolazione in Francia, dalla "Direction génèrale de la sécuritè intérieur", perché potrebbe dispiacere ai musulmani e creare nuovi gravi eventi".
Il film - è bene specificarlo - non offende minimamente né il Corano né Maometto, ma si limita a raccontare che cosa avviene un giorno all'imprrovviso, in un pacificio villaggio del Mali, quando arrivano gli jiadisti. Un racconto senza forzature, senza condanne o commenti, realtà e basta e, anzi, un pizzico di benevola ironia. Ma ugualmente messo al bando. Senza posibilità di applausi dei parigini, dunque, nelle sale cinematografiche rimaste vuote. Ma con tanti applausi, c'è da immaginarlo facilmente, dei terroristi islamici nei loro covi. Opportuna prudenza francese? Comprensibile. Così, però, si accredita sempre più la testimonianza che l'Occidente, in un modo o nell'altro, si stia arrendendo davanti all'Islam violento. E, allora, non è che uno di questi giorni potrebbe essere invece censurato, dai nostri Servizi di sicurezza, quel passo della "Divina Commedia" dove Dante colloca Maometto all' Inferno, come seminatore di discordie, e ne descrive la pena consistente nell'essere fatto a pezzi da un diavolo armato di spada? Per prudenza, semmai, mica per vigliacca paura fottuta.
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