"L'anziana mamma dell'ex presidente della Regione Sicilia, Totò Cuffaro - condannato a sette anni (dei quali quattro scontati) per favoreggiamento aggravato di "Cosa nostra" - ha chiesto, per suo figlio, la grazia al Capo dello Stato".
Ma - la curiosità - a quello che ha lasciato il Quirinale e non le ha risposto o a quello che, dovendo ancora arrivare, non avrebbe potuto risponderle? Mah. Da "lupu vecchiu" cui "non s'inzigna la tana" - potrebbe avere ragionato l'anziana mamma lupa di Totò - " 'a cosa 'ncimata è menza cusuta" e, cioè, una cosa cominciata è per metà finita. Meglio anticipare i tempi, insomma, con la speranza di ottenere per il suo Totò - chi 'u sapi" - quei tre anni in meno di carcere. Anche se il suo Totò, da dietro le sbarre, ha subito voluto diffondere il suo dissenso per l'amorosa iniziativa. "Non accetterei mai da nessuno la grazia come una carità - ha detto - ma chiedo, semmai, che vengano riconosciuti i miei diritti da detenuto". Un gioco delle parti, allora, oppure cuore di mamma e sopraggiunta fierezza di figlio?
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