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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

martedì 6 gennaio 2015

Le tante stranezze dell'articolo 19 bis

"Il sito "Dagospia" - nel pomeriggio di ieri - aveva dato la notizia di un vertice, al Ministero dell'Economia, proprio per confezionare, con l'articolo 19 bis nel decreto legislativo sui rapporti Fisco-contribuenti, un bel regalo natalizio a Silvio Berlusconi. E aveva elencato, anche, i partecipanti: il Ministro Padoan, il sottosegretario Lotti, Franco Gallo quale presidente della Commissione che aveva elaborato il testo del decreto legislativo e l'avvocato di Berlusconi, Franco Coppi".
Immediate le smentite e le reazioni. Il presidente Franco Gallo: "Non so se mettermi a ridere o a piangere di fronte a questa falsa notizia". L'avvocato Franco Coppi: "Se questa riunione ci fosse stata davvero, quell'articolo 19 bis sarebbe stato scritto certamente meglio". Importantissima però, perché venuta poi a chiarire il "giallo" dell'autore misterioso, la dichiarazione del "premier" Renzi: "Quell'articolo 19 bis l'ho voluto io. Ma non c'è stato alcun inciucio. Tanto è vero che il decreto è stato fermato e rinviato finché finirà di interessare Berlusconi. E tutto il Consiglio dei Ministri è stato d'accordo". Una dichiarazione, però, chiaramente tardiva e forzata perché arrivata dopo  che a quell'articolo 19 bis aveva "fatto tana" la stampa. Dopo che erano stati lasciati nascere inutili "sacricabarile", quanto alla paternità di quell'articolo, con il Ministero dell'Economia. Dopo che Silvio Berlusconi aveva giurato, magari su Dudù, che lui, con quell'affare, non aveva avuto proprio nulla a che spartire. Nel senso che - sempre giurando, magari, su Dudù - non ne aveva saputo nulla e nel senso che, tanto meno, lo aveva barattato con un suo appoggio al "premier" Renzi sulle riforme istiutuzionali e con un segreto accordo sulla nomina del nuovo Capo dello Stato. Ma una dichiarazione - ove inciucio non ci dovesse essere stato davvero - a dimostrazione, allora, di quanta distrazione, se non ignoranza, caratterizzi, troppo spesso, le sedute del Consiglio dei Ministri. E di quanto decisioni del "premier" Renzi non siano supportate come dovrebbero, evidentemente, da quei tanti consiglieri fatti arrivare da Firenze. A cominciare da quella signora che, fino a qualche mese fa, di mestiere faceva il capo dei vigili urbani ed ora è stata nominata capo degli affari legali di Palazzo Chigi.
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