"In Piazza di Porta San Giovanni - a Roma - continua a fare bruttissima mostra di sé un'accozzaglia di 39 gazebo straripanti di paccottaglie etniche, prodotti di abbigliamento, da cucina, da cellulari, oltre che di prosciutti, salsicce, caciocavalli e kebab".
Come mai questo orribile "suk" in uno dei siti più storici ed artistici della città? E' perché il signor Giordano Tredicine, rampollo della famiglia-colosso del commercio ambulante romano e capogruppo del Pdl in Consiglio comunale, ha chiesto di poter utilizzare la piazza per una manifestazione di partito con invece l'intenzione, evidentemente, di farne un mercataccio con ben 39 gazebo di plastica. E, a dargli l'autorizzazione dall'11 dicembre 2014 al 10 gennaio 2015, è stato nientemeno che il Gabinetto del sindaco. Sindaco che - come noto - non è più il destrorso Gianni Alemanno, ma il sinistro Ignazio Marino. In violazione, oltretutto, di una delibera del Consiglio comunale, datata 2009, che limita l'occupazione delle piazze cittadine ad un massimo di tre giorni per eventuali manifestazioni politiche e ne vieta assolutamente l'uso per attività a fini commerciali. Che cosa allora? Forse il sindaco Ignazio Marino, impegnato in qualche sua biciclettata chissà dove o a parcheggiare la sua "Panmda" in chissà quale divieto di sosta, non è stato neppure a conoscenza di quell'autorizzazione e di quel "suk". Ma non può mancare il sospetto che, nel suo Gabinetto, qualcuno se la sia fatta addosso di fronte al potente rampollo Tredicine e non abbia avuto il coraggio di respingere la sua arrogante e irricevibile richiesta. Ora che la stampa ha denunciato il tutto, però, il sindaco Ignazio Marino dovrebbe averlo finaalmente saputo. E non dovrebbe farsela addosso anche lui.
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