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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

domenica 1 febbraio 2015

La burocrazia al di sopra di tutto

"Quasi metà degli italiani non riesce oggi ad arrivare alla fine del mese - si legge nell'ultimo rapporto appena stilato dall'Eurispes - sette su dieci sono costretti a tagliare su tutto, cinquanta su cento vorrebbero trasferirsi all'estero, quattro su dieci sono favorevoli all'uscita dall'euro".
Una fotografia impietosa e preoccupante, dunque, che viene a smentire tanti ottimismi soprattutto del Governo. Anche se, a causare le difficoltà maggiori per l'economia, l'Eurispes indica, nel suo rapporto, quella burocrazia che, da esecutore, si è progressivamente trasformata in attore, poi in protagonista, poi ancora in casta e, infine, in un vero e proprio potere al pari, se non al di sopra, dei poteri politico, economico, giudiziario, legislativo, esecutivo. "La burocrazia ministeriale - aveva scritto, già nel 1792, il politico e rivoluzionario francese Louis Antoine de Saint-Just - è un mondo di carta e gli uffici hanno preso il posto della monarchia". Sono dunque trascorsi più di due secoli, da quel 1792, anche la monarchia italiana ha lasciato il posto alla Repubblica, ma lo scritto di Louis Antoine de Saint-Just è ancora purtroppo attuale. Come se fosse stato messo oggi nero su bianco. Come se, dal 1948, non esistesse una Carta costituzionale a fissare una chiara divisione dei poteri. Che però - ecco il punto - la politica ha sempre meno difeso. In parte per incapacità, in parte per convenienza. Ma, se il nuovo Presidente della Repubblica riuscisse a far saltare questo infernale meccanismo, quel 50% di italiani che non lo avrebbero voluto al Quirinale comincerebbero, sicuramente, a volergli addirittura molto bene.
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