"Imed Khannoussi - 35 anni, libico, pregiudicato e senza fissa dimora - stava spacciando droga, a Padova, quando due carabinieri lo hanno colto in flagrante, gli si sono avvicinati, gli hanno intimato di alzare le mani, ma lui le mani le ha messe subito al coltello e li ha feriti neppure troppo leggermente. Di qui l'arresto per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, tentato omicidio e l'accompagnamento in carcere".
Il mattino dopo, a neppure ventiquattr'ore dal fatto, Imed Khannoussi era però di nuovo già libero. Il giudice che è andato ad interrogarlo, infatti, ha ritenuto che un tipo così non fosse un tipo pericoloso e meritevole di una qualche pena per l'aggressione ai due carabinieri, lo ha fatto scarcerare e si è limitato a vietargli la dimora nel comune di Padova. Divieto che Imed Khannoussi ha gradito moltissimo perché, oltre ad avere scampato incredibilmente il carcere, è subito partito per nuovi lidi. A continuare a spacciare tranquillamente droga e, ove servisse, ad accoltellare chi volesse impedirglielo. E bravo, dunque, il "giudice liberatore". Del quale - chissà perché - non è stata rivelato il nome, ma che il Consiglio superiore della magistratura non farebbe male ad identificare. Magari, come suo solito, soltanto per dargli un buffetto di rimprovero sulla guancia.
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