"Scanneremo la "Troika" - aveva promesso, durante la campagna elettorale, Alexis Tsipras poi eletto "leader" - e andremo ai colloqui per rivendicare l'attuale impossibilità di procedere a tagli e "austerity" così pesanti per il popolo greco".
Ora però, dopo giorni e giorni di intensi colloqui con i massimi esponenti dell'Unione europea, della Banca centrale e del Fondo monetario internazionale, Alexis Tsipras ha dovuto prendre atto che non è affatto facile scannare la "Troika" e che la "Troika" ha quasi scannato lui perché, in cambio di qualche concessione, gli ha però imposto la realizzazione, entro sei mesi, dei tagli e della pesante "austerity". Senza tante storie e tanti altri rinvii. E, dunque, un insuccesso che non avrebbe potuto essere altro. Con tanti saluti a quelle promesse che, al suo popolo, Alexis Tsipras aveva garantito come realizzabili. E con un Manolis Glezos, l'eroico partigiano che nel 1941 ammainò la bandiera nazista sul Partenone e dette il via alla rivolta contro gli invasori di Hitler, deluso, sfiduciato e irritato fino al punto di affermare: "Scusatemi, concittadini, per avervi invitato a votare Alexis Tsipras". Per il quale, ora, stanno cominciando a spuntare, sul Partenone, nuvole nere che sembrano voler portare tempesta. Ma, benedetto Alexis, non si uccidono così le "Troike". Le "Troike", così, rischiano di uccidere la Grecia.
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