"Il Governo - si è saputo - sta studiando un decreto legislativo per dettare nuove norme su quel gioco d'azzardo che, divenuta ormai la terza industria del Paese, fa uascire il 12"% delle spese nelle famiglie e fa entrare, ogni anno, otto miliardi nelle casse dello Stato".
Nuove norme, secondo quello che è dato per ora conoscere, per alcuni aspetti positive, ma dietro le quali - a detta di qualche associazione "antigioco d'azzardo legalizzato" - si nasconderebbe uno scambio: da una parte le aziende e gli esercenti del settore potranno esercitare la lorio attività secondo le nuove regole, ma "finalmente" senza le limitazioni e gli obblighi dei rispettivi Comuni, dall'altra lo Stato incasserà, dalle aziende, un po' di tasse in più. Tramontato, forse, il "Patto del Nazareno"sulle nuove norme costituzionali, ecco profilarsi all'orizzonte, sui "giochi d'azzardo", il "Patto del pubblicano e del fariseo". Non con Silvio non più re mago, ma con tanti re magi in costante arrivo con le loro dorate "slot machines".
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